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Non pensare né ripensare al bene compiuto: una mano
non sa dell’altra. Conoscenza sensitiva: mani giunte e
braccia conserte. In prima o seconda neppure questa. La
conoscenza intellettuale è dalla mia mente: vuol dire che
il bene lo devo togliere agli occhi miei (dimenticare) e a
quelli della gente (nascondere)

Un solo bene ecclesiale Gesù ha voluto appariscente: il
bene reale sacrificale: fare il piccolo: subire l’odio ecclesiale
in silenzioso amore, con esclusiva devozione al
Padre. Diciamo ‘esclusiva’, perché il piccolo eternale è il
Padre soltanto; come il piccolo tendenziale è ancora Lui
soltanto; e ogni altro fare il piccolo, è in derivazione unica
ed esclusiva dal Padre. È questa l’unica e vera devozione:
l’unica presente nel Figlio Gesù; l’unica presente nella
Madre: Maria.
L’unica assente invece dalla nostra vita. Troverete ben coltivate
una miriade di devozioni più o meno interessate, ma
regolarmente questa devozione al Padre la troverete assente.
Con la forma di quell’unica devozione, Gesù prepara
un odio ecclesiale più che appariscente, per farvi il piccolo
nel modo più manifesto.
L’ha voluto per sé, e lo vuole anche per noi. Dimostrata
l’appariscenza del fare il piccolo, abbiamo raccolto la
nostra attenzione su tutti gli altri beni ecclesiali, e ci siamo
interrogati: nascosti o manifesti? Il suo esempio ci ha suggerito:
ogni altro bene ecclesiale lo vuole possibilmente
nascosto. Ai suoi miracoli non ha tolto la sensibilità: dovevano
funzionare come segni di altre operazioni miracolose
interiori, come dovevano concorrere allo svolgimento
dell’odio nella sua Chiesa. Ma quando la gente punta a
finalità diverse, allora Gesù toglie la visibilità: ora comanda
il silenzio, ora fugge in solitudine per stroncare l’entusiasmo
della gente.
Equilibrato com’era e santo, Gesù non si è fatto male col
bene da Lui compiuto.
A noi invece fa malissimo, il nostro. L’amore per me mi fa
prima generatore di bene appariscente, e poi ostensore di
bene attraente. Gesù conosce bene l’inganno del bene; per
questo mi dà le indicazioni chiare per non cascarci malamente.
Su tutto il mio bene ecclesiale un cartello ammonitore:
‘pericolo di morte’. ‘Attenti a non fare la vostra giustizia
davanti agli uomini per essere ammirati da loro’. Il
bene che facciamo è una cosa giusta.
Ora, la mia giustizia può essere visibile per sua natura;
come, sempre per natura, può essere invisibile.
Il cristiano per istinto di amore per sé dà al bene visibile il
massimo di sensibilità, e fa di tutto per dare all’invisibile
tutta la possibile appariscenza.
Gesù non mi concede nulla né per l’uno né per l’altro.
Anzi, vuol togliere ai miei stessi occhi tutto il bene fatto.
‘Quando fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che
fa la tua destra’.
Vediamo il significato di un’immagine che rasenta l’assurdità.
Non è che Gesù riconosce alle mani una loro capacità
intellettiva. Le mani non sanno intellettualmente. In due
casi hanno una conoscenza sensitiva.
Le mani giunte danno a loro una conoscenza sensitiva.
Anche le mani conserte danno una conoscenza sensitiva.
Solo le mani in primo non danno alcuna conoscenza. Ma
allora le mani non fanno niente, e in quella posizione non
si vedono neppure.
Gesù non parla di sola conoscenza sensitiva, ma razionale.
Chi sa, sono io, e quel che so per la destra, non posso
nasconderlo alla sinistra.
Sono io che so il bene che faccio. Per farlo sapere; ma una
volta fatto, me lo devo togliere dagli occhi, non lo devo
più ripensare, rimirare; lo devo dimenticare, e a maggior
ragione non lo devo dire né ridire.
Se lo penso è per averne piacere. Se lo dico è per averne il
contraccambio. Do per ricevere.
Qualsiasi soddisfazione che attendo, me lo manda in rovina.
Il bene che faccio deve avere in sé una sola finalità:
tendere ad ottenere l’odio ecclesiale che abbia il massimo
della purezza.

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