Non ci illuda questo entrare nelle profondità di questo
Mistero, avanzante per dono inaspettato alla nostra conoscenzadi poveri umani alla ricerca del Tesoro della
Verità. Se da un lato ci si rivela l’inaspettato, dall’altro
inaspettatamente questa rivelazione ci si nasconde; e la
nostra conoscenza, invece di rimpicciolire la realtà da
conoscere, conoscendola ed assaporandola la apre ancor di più, la fa spaziare oltre ogni limite e ogni confine dell’esperienza umana ed universale riguardante la nostra
storia. Lo studente, ora diventato lo studioso amante, non
può più avanzare col rigor della logica e del già noto,
sugli schemi delle scale e delle metrature umane; ma può
soltanto, passo dopo passo, ammirare con lo sguardo
della contemplazione ciò che alla mente non solo viene
concesso, ma viene riversato - sebbene ancora in nuce -
con mirabile abbondanza.
Quello che si dà a conoscere è soltanto l’occasione per
un gioco nuovo e rinnovante, che riguarda la storia nel
suo momento cruciale: quello della trasformazione.
Dal di dentro, secondo quella traccia dell’‘exinanivit’
che mai è venuta meno nella storia universale, il Mistero
ci invita a trasformarci, a svuotare il nostro io gonfio di
pienezze chiare e distinte, del qui e ora, e a rivestirci dell’uomonuovo: vuoto del sé, e strumento del mistero,
dell’‘incipit’, del già e non ancora.
E mentre ci chiediamo se noi così lo siamo, in questa
grazia temporale della trasformazione, già ne pregustiamo
il miracolo, negli spunti propizi che anche ora ci vengono
incontro, accompagnando e illuminando il nostro
umile ma prezioso cammino…
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