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L’amore Paterno generatore di bene ottiene la morte agognata.
Il Padre mi ama in vista del sommo bene: comunione
discendente. Come la fa? Per farla ascendente attende
la morte dell’amore. Mi ama per lasciarsi odiare, e avermi
in comunione di vita ascendente.

a) Il bene che noi facciamo sciogliendo l’amore di odio si
presta ottimamente per una spremuta di piacere: il piacere
del bene. Ottenuta la spremuta, quel bene non
serve più a nulla. Dovrebbe servire, il bene, a una cosa
sola: a ottenere un odio il più puro possibile; quindi mi
serve per fare il piccolo e per lasciarmi odiare. Ma
quando io me lo sono goduto e l’ho compiuto in vista
di un bene da ricevere, allora non serve più a fare il piccolo;
anzi, con un inganno perfettissimo mi fa sembrare
sicuramente giusto l’odio che mi dà da sentire, da
pensare, da dire, ed eventualmente da rinfacciare. Noi
diamo queste finalità al bene:
1) Beneficare per essere beneficati
2) Amare per essere riamati
3) Prodigarsi per essere soccorsi
Noi la pensiamo così; mentre Dio la pensa diversamente,
e quello che ancor di più ci sconcerta è che Dio si è impe-
gnato a fare diversamente. E invita anche noi a pensare
come Lui. Ecco il pensiero nuovo, allora:
Bene disgraziato: quello che attende di essere ripagato.
Bene graziato: quello che attende di essere odiato.
b) A questo punto io estraggo l’attesa indignazione: ‘Il tuo
Dio è sfacciatamente contrario al nostro; non lo possiamo
accettare, anzi, te lo rigettiamo in faccia!’. Ma il
‘mio’ e il ‘vostro’ in effetti è identico. Siamo noi a
conoscerlo e a dirlo diversamente. Voi lo dite un Dio
che premia il bene fatto, con altrettanto bene; io lo dico
un Dio che mi premia il bene fatto facendomi giungere
l’odio dei fratelli. Il bene amato è divorabile, ma il bene
odiato è inalienabile. Questa lettura l’abbiamo fatta in
Dio Padre prima che in Dio Figlio. Il Padre me ne ha
fatto tanto del bene, ma come preparazione al bene più
grande. Mi ha fatto essere persona, per fare comunione
con me. E l’ha realizzata così: espropriato, mi si è
ceduto; dal suo Agente mi si è fatto concepire, mi si è
dato da vivere pronto a morire. La comunione con me:
che è il massimo bene, cerca il mio odio. Bene purissimo,
il suo: fa comunione non per essere riamato, per
essere ringraziato, per essere adorato, o per essere ripagato:
al presente unicamente per essere odiato. L’amore
cerca la morte per far vivere in maniera nuova, superiore.
Che Satana in noi l’abbia ottenuto puntualmente,
questo è certo. Mi ha forzato ad odiare la comunione
con il Padre, trasformandola in comunione soltanto con
me stesso. L’amore Paterno discende alla creatura, vi
subisce la morte per portarla con Sé in comunione di
vita. Per aprirsi a un Padre simile occorre la luce
Pneumatica; quello che non ottiene il Padre, lo dovrebbe
ottenere il Figlio che ci si fa conoscere.

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